era un pittore, un pittore vero. Sapeva descrivere, istintivamente, il mondo con tonalità, luci, taglio di immagine di raro e inconsueto calore. Il dipingere era dettato dal suo bisogno di esprimersi, era il solo, vero, unico modo compiuto di esprimersi.
Schivo nella vita, con una visione semplice delle dell'esistenza sapeva raccontarre le cose di ogni giorno con attento e continuo stupore. Di vago sapore macchiaiolo la sua pittura aveva la ormai rara qualità del colore «nature» che nessuna fotografia anche la più artefatta sarebbe mai riuscita ad imitare. Sapeva cogliere come nessuno la mutabilità dei colori di un paesaggio al punto di offrire quasi un'immagine dinamica.
Fuori dalle scuole, dalle mode, dai bisogni merceologici delle gallerie, non poteva certamente essere amato, capito da quella critica sofisticata che mistifica la pittura e la risolve in estetismi vacui e verbali.
Boschi sapeva descrivere il mondo e le cose, soprattutto quel mondo della sua Romagna che giorno dopo giorno perdiamo senza neppure avvedercene. Ritrovare quel mondo è risentire una dimensione poetica delle cose.